La coscienza nasce da un sentimento, senza emozioni non vi può essere consapevolezza -Antonio R. Damasio

La civiltà occidentale e la cultura manageriali hanno sistematicamente valorizzato la corteccia cerebrale che presidia tutte le funzioni cognitive

In particolare, la corteccia prefrontale che presidia la pianificazione dei processi cogniti complessi (presa delle decisioni, controllo degli impulsi, guida dei pensieri e delle azioni in accordo con i propri obiettivi) è stata continuamente oggetto di cura e di investimento operativo e formativo

Questo approccio ha prodotto il “modello razionalistico” che ha caratterizzato tutto il management: dalla strategia alle scelte organizzative, gestionali e di guida nel XX secolo

Per fronteggiare i periodi di crisi è indispensabile valorizzare e utilizzare l’intera massa cerebrale composta oltre che dalla corteccia cerebrale, anche dal sistema limbico (che presidia le funzioni emozionali ed operazionali) e dal tronco cerebrale (che presidia le risposte automatiche e semiautomatiche che avvengono in via riflessa, basilari per la sopravvivenza)

Quando questi tre livelli del cervello agiscono in modo scollegato possono verificarsi scompensi ed inefficienze, soprattutto nei periodi difficili e turbolenti

La piena consapevolezza è una condizione che interessa non solo la sfera cognitiva, ma anche quella emotiva e quella istintiva

Questo carattere olistico la distingue dalla consapevolezza semplice e diviene la premessa indispensabile per raggiungere il cosiddetto “flusso mentale” o “stato di grazia” in grado di sostenere qualsiasi forma di eccellenza