Il sorriso, una valvola di sfogo. E una ricarica emotiva
Intervista a cura di Ugo Perugini

Si può ricorrere all’umorismo e all’ironia per sdrammatizzare i problemi che in azienda occorre affrontare? Quali sono i limiti da non superare?

Il vero nemico di ogni tipo di benessere è rappresentato dalla tensione continua, dalla impossibilità di distaccarsi dagli avvenimenti e di rimanere connessi ad un fluire di fenomeni che finiscono per sovrastarci e originare uno stato di profonda e ineliminabile ansia. Una formidabile arma contro questo nemico è rappresentata dalla sdrammatizzazione. Quando viviamo episodi e avventure sgradevoli ne soffriamo, ma quando questi episodi e avventure appartengono al passato e possono essere evocati senza disagio, addirittura possono trasformarsi in racconti divertenti. Il segreto dell’umorismo e dell’ironia è tutto qui: rappresentano un antidoto alle preoccupazioni e al sentirsi troppo coinvolti e perseguitati. Quando si visitano aziende dove il benessere ha un posto di riguardo, è facile accorgersi che i sorrisi, la bonaria presa in giro, l’accettazione di momenti collettivi di divertimento rappresentano un tratto caratteristico. Il riso è una formidabile valvola di svolgo che può ristrutturare in senso positivo circostanze vissute drammaticamente e angosciosamente. La soluzione dei problemi, la creatività sono ampiamente alimentati dal divertimento: lo stesso apprendimento è fortemente favorito dal divertimento.

Il grande comico anteguerra Ettore Petrolini soleva dire: “L’essere umano è un pacco postale che la levatrice spedisce al becchino… Durante il viaggio la cosa più importante è farsi il maggior numero di risate”.

Tutto sommato i limiti da non superare sono molto blandi: divertirsi normalmente non ha contro indicazioni. Normalmente rappresenta,quanto meno, un momento di ricarica emotiva.