Deformazioni economiche e limiti della mente. L’Economia tra trappole, inganni e autoinganni: è possibile tornare a Bretton Woods?

Questo è l’argomento di un libro di recente uscito in libreria (Gian Carlo Cocco - Neuromanagement. Per una nuova scienza del management, FrancoAngeli).

Raccoglie le ultime scoperte e ipotesi scientifiche tratte dalle neuroscienze e dall’economia sperimentale. Le neuroscienze hanno, tra l’altro, consentito di ampliare il concetto restrittivo di intelligenza (come facoltà sostanzialmente razionale) che ha imperato per tutto il XX secolo e di evidenziare una gamma di facoltà cognitive, emozionali e percettive, definibili intelligenze multiple, che caratterizzano ogni essere umano.


L’economia sperimentale è riuscita ad abbattere il mito dell’homo aeconomicus in grado di utilizzare la razionalità assoluta nei processi decisionali per massimizzare il profitto. Questo personaggio ideale esiste, infatti, solo nei sofisticati e asettici testi di economia. L’economia sperimentale si oppone in modo pragmatico alle sciagure procurate dall’economia neoclassica della quale illustreremo un esempio clamoroso. 

Neuroscienze ed economia sperimentale affrontano da angolazioni diverse, ma perfettamente convergenti in pratica, i limiti, cognitivi, emotivi e percettivi, delle intelligenze multiple. Secondo le neuroscienze la mente umana, pur esprimendo potenzialità enormi, è caratterizzata da limiti molto ampi e diffusi catalogabili in specifiche trappole mentali. Queste trappole sono in grado di originare menomazioni e inconvenienti che possiamo rilevare quotidianamente nei comportamenti individuali e collettivi di natura economia, politica e sociale.


Una delle conseguenze macroscopiche delle trappole mentali è riscontrabile nella diffusione e reiterazione delle devastanti “bolle speculative”. 


La diffusione delle trappole mentali è la conseguenza della tendenza umana a cedere agli autoinganni (che hanno una forte valenza tranquillizzante e consolatoria). D’altra parte, gli autoinganni traggono origine dai processi di inganno, una delle manifestazioni più presente e diffusa non solo tra gli esseri umani, ma in tutto il mondo vivente.

 I tentativi di perpetrare inganni, paradossalmente, tendono a stimolare, nei soggetti dell’inganno stesso, lo sviluppo delle intelligenze in un costante processo evolutivo.  In campo economico e politico gli inganni si basano sulla manipolazione della fiducia e, quindi, sulla malafede, per consentire vantaggi di una parte sul rimanente della collettività. Dopo la crisi del 1929 il presidente Roosevelt intervenne (nel 1933) per separare le banche commerciali (definibili anche istituti di credito o banche di deposito) dalle banche d’affari basate sulla speculazione finanziaria (definibili anche banche d’investimento) per separare il rischio puramente affaristico dal supporto allo sviluppo dell’economia imprenditoriale privata e pubblica.

Nel 1944 a Bretton Woods si svolse una conferenza mondiale, alla quale partecipò anche John Maynard Keines (la quale portò alla creazione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario internazionale), che sancì a livello globale la separazione tra istituti di credito e banche d’affari.

Questa separazione fu benefica per lo sviluppo economico in quanto gli istituti di credito furono istituzionalmente obbligati a finanziare le imprese e le famiglie, creando un modello virtuoso di sviluppo economico e sociale i cui effetti sono durati decenni.

Purtroppo Bill Clinton (presidente degli U.S.A. del 1993 al 2001) nel 1999, cercando di evitare la bancarotta dell’economia statunitense e di scaricarne le conseguenze sul resto del mondo occidentale, abrogò la citata separazione e avviò il processo internazionale di ritorno delle banche universali, che avevano caratterizzato l’economia occidentale fino alla crisi del 1929. Con questa decisione (avvalorata dalle teorie del monetarismo con le quali Milton Friedman aveva preso il premio Nobel nel 1976. Teorie che in modo provocatorio possiamo paragonare alle credenze monetarie di Pinocchio illuso dal Gatto e dalla Volpe: il denaro non sarebbe solo un mezzo di scambio, ma un “creatore di ricchezza”…) si sono instaurate le condizioni ingannevoli che hanno portato alle crescita a dismisura delle bolle e del debito privato e pubblico.

Le banche universali attualmente dominano il pianeta e sono alla base della finanziarizzazione dell’economia.
In questo panorama monetaristico si può interpretare anche la credenza di favorire la creazione dello stato europeo tramite una moneta unica che, alla data della sua instaurazione, diffuse tranquillizzanti autoinganni su un roseo futuro economico. Quando sarà possibile una nuova conferenza a Bretton Woods per smascherare il grande imbroglio finanziario nel quale stiamo affondando?