Allarme isolamento tecnologico
Intervista di Ugo Perugini - Rapporto compulsivo con i social media e trappole mentali

La comunicazione attraverso i social media, secondo lei, induce più facilmente a cadere in trappole mentali? Quali soluzioni sarebbe necessario adottare per rendere tali strumenti più adeguati e utili alla crescita della società?

I social media sono difficilmente controllabili e verificabili. Questo li rende da un lato liberi, ma da un altro lato facilmente manipolabili (nelle trappole mentali si cade anche per inganni e manipolazioni concertate). Essendo i social media un’espressione della tecnologia e della cultura umana possono indurre a cadere in trappole mentali al pari di tutti i processi di comunicazione e di stimolazione delle facoltà cerebrali. Un aumento del rischio di cadere in trappole mentali utilizzando i social media si verifica quando il rapporto con gli stessi diventa compulsivo. Tale tendenza, purtroppo, si sta diffondendo sulla base di quello che viene definito l’isolamento tecnologico che le persone in costante “connessione” telematica sperimentano.

Daniel Goleman nel suo recente libro “Focus” ricorda che oggi le persone tendono a trascorrere la metà del loro tempo a pensare a qualcosa di diverso da ciò che stanno facendo, ad essere spesso distratti da un numero elevato di richiami spesso elementari. L’essere continuamente alla mercè di collegamenti telematici origina una stato di costante superficialità che tende a favorire la condizione mentale tipica per cadere nelle trappole mentali. In altri termini, un impiego pervasivo dei social media e della connessione telematica tendono a minare i processi di autoconsapevolezza e di concentrazione mentale, i quali sono in grado di ridurre la propensione a cadere nelle trappole mentali (le trappole mentali, come le illusioni ottiche, non sono eliminabili del tutto).